Prima lo Spirito

È importante il tipo di atteggiamento assunto per la meditazione: a seconda dell’ atteggiamento e della circostanza userò un apparato diverso. Un conto è se devo, o desidero, mantenere una semplice condizione di calma e di quiete, oppure se ho un tormento che devo sciogliere, oppure se ho una questione che mi turba e che devo analizzare e guardare, o se voglio staccarmi da tutto ciò che c’è nella mia quotidianità e cerco un momento di sospensione, o se voglio provare a vedere se incontro qualcosa che non ho mai incontrato, quindi un impulso nuovo. A seconda di qual è il presupposto accadono cose diverse. È richiesto anche un impegno diverso.

Un conto è correre dietro alla quotidianità e al ritmo di cose che sono già state organizzate, immaginate o che si sviluppano da sole: tu devi solo stargli dietro, magari avere affanno perché ce ne sono cosi tante che …, e quindi non ti annoi, sei sempre lì.

Altro conto è, con tutte queste cose in divenire, e tu sai che vanno governate, addirittura fermare tutto e sederti. “Ma no, sedermi!? No, proprio adesso?! Lo faccio più tardi di sedermi e fermarmi”. È come percepire che questa non è una priorità, le priorità sono tutte le altre. Per questo, da un certo punto di vista credo che il giusto approccio, il giusto atteggiamento e comportamento sia proprio quello del monastero: prima di tutto viene lo Spirito, prima di tutto inizio bene la giornata, prima di tutto mi siedo , faccio silenzio, prego, faccio quello che devo fare, ma prima di ogni altra cosa.