Articoli
TANTRA. ENERGIA SESSUALE. Seminario
La normalità non esiste. Noi vediamo comportamenti normalizzati,
ovvero che rientrano in un range che viene comunemente
considerato accettabile.
Giuliana ha citato l'esempio di un suo paziente che aveva sviluppato
una assoluta insofferenza nei confronti di ogni contatto fisico.
Questo atteggiamento era nato come conseguenza del rapporto tra il
paziente e la propria madre che durante l'infanzia del figlio aveva
continuato ad adularlo oltre modo anche davanti a terze persone,
esagerando e amplificando le normali dinamiche di contatto fisico
madre-figlio. Quindi, dinamiche mentali possono finire con l'essere
agite anche sul piano comportamentale. Allo stesso modo una
dinamica nata sul piano comportamentale può agire e essere
registrata sul piano mentale o emozionale.
Oggi ci occupiamo di come riuscire a stimolare, e quindi a utilizzare,
incamerare, trasformare, agire l'energia sessuale che si sviluppa
nell'incontro tra persone. All'interno del nostro ceppo familiare
vengono determinati comportamenti e attitudini che determinano la
nostra relazione con la dimensione dell'energia sessuale.
Prima di tutto facciamo un'osservazione sul nostro gruppo. Una delle
cose sulle quali ultimamente si è riflettuto è la dinamica di energia
che si recepisce all'interno del gruppo di lavoro. Stiamo parlando in
termini simbolici, quindi non esiste nessun tipo di giudizio riguardo
tali dinamiche. Sostanzialmente tutti gli esseri rispondono a 3 tipi di
impulso. Impulso discendente, impulso ascendente e impulso di
conservazione. Il nostro è un continuo spostarsi tra materia esistente,
l'insieme dei gesti che nel tempo hanno determinato quella materia e
l'essenza. Quindi è un continuo spostarsi tra materia, trasformazione
della materia, annullamento della materia e reiterazione. La nostra
esistenza è sostanzialmente sospesa tra queste condizioni. Arriviamo
alla vita grazie a due direzioni, una direzione emerge in qualche
modo dalla struttura familiare a cui apparteniamo, e da una
condizione di possibilità che è potenziale. Quindi ci muoviamo tra
materia esistente e l'essenza. La nostra esistenza è sostanzialmente
sospesa tra queste condizioni: discendere, stare, risalire. Questa
condizione si ripete all'infinito e prevede una memoria personale ed
una memoria collettiva. Arriviamo all'esistenza con un bagaglio che
è dato dall'energia della materia esistente, dalla proiezione del
desiderio (che hanno trovato i nostri genitori nel loro incontro) e poi
dalla concretizzazione di quel desiderio nella nostra vita. Tale
processo avviene anche se non ne siamo consapevoli. Avviene sia
nel caso in cui la nostra vita è stata desiderata e voluta dai genitori,
sia in caso contrario. Nella prima ipotesi arriviamo alla nascita con
un principio vitale forte, nella seconda ipotesi all'origine di tale
principio vitale viene registrata una deviazione che dentro di noi si
sedimenta come interferenza; e chissà dove tale interferenza andrà a
collocarsi. Noi esseri umani siamo i portatori di tale principio vitale
universale, nostro malgrado. La vita cerca costantemente di ripetere
sé stessa. Non siamo che gli strumenti di tale principio superiore che
ha bisogno di noi per essere incarnato. La materia è intelligente
perché non potrebbe dare luogo a nulla se non avesse in sé i principi
vitali. Materia, desiderio e reiterazione del movimento di creazione.
Quando parliamo di energia sessuale immaginiamo sempre
l'interazione tra due individui, tra due identità quella maschile e
quella femminile. Prima della nostra discesa siamo delle entità sia
femminili che maschili. A che punto avviene la scelta? Quando
accade? Potenzialmente le due condizioni sono compresenti. La
scelta avviene nel momento della determinazione del sesso
dell'individuo incarnato.
Il suono è la possibilità di parlare. Abbiamo due orecchie, una è
specializzata nella ricezione delle parole l'altra nella ricezione dei
suoni. Abbiamo due emisferi cerebrali. Perché abbiamo una struttura
fisica così complessa? Per poter captare tutti i segnali che ci arrivano
dalla vita e per poterli veicolare verso la riproduzione, per assicurare
che la vita umana si perpetui. Gli emisferi cerebrali captano i
segnali, i segnali vengono tramutati in pensiero, il pensiero
determina impulsi, gli impulsi determinano eccitazione. A livello
materiale si ha contatto tra due organi genitali, maschile e
femminile: tale contatto è solo l'espressione in ambito relativo del
principio assoluto di cui abbiamo parlato.
Escludere la sessualità dalla vita corrisponde ad escludere
l'espressione dell'atto di creazione dalla vita.
La condizione di dolore che proviamo nel momento della venuta al
mondo, uscendo dall'utero materno, è dovuta alla sensazione di
separazione propria della discesa sulla terra. Infatti, nascendo,
passiamo da una condizione perfetta, di integrazione, ad una
condizione di mancanza di una parte di noi. Da quel momento
cerchiamo di ricostituire quella condizione di integrità che abbiamo
perduto al momento della nascita; a guidarci in tale ricerca
interviene il principio del piacere. Sentire sensazione di piacevolezza
equivale a sentirsi bene. Il principio del piacere, che guida la vita
sessuale, ci viene trasferito dai genitori all'atto del nostro
concepimento: se i genitori non hanno provato piacere (sul piano
fisico o non fisico) sentiremo ancora di più lo stacco tra la
condizione di unità propria della condizione prenatale e la
condizione di esistenza materiale.
Alla base del discorso che riguarda gli aspetti relativi all'energia
sessuale c'é sempre l'impulso. L'impulso viene poi indirizzato e
caratterizzato dal contesto generale (inerente ai genitori da cui
nasciamo, inerente al tipo di ambiente sociale in cui ci troviamo ad
agire). Se vogliamo capire come funziona la dimensione sessuale
dentro di noi dobbiamo contemplare tutte queste condizioni che sono
strettamente correlate alla nostra esistenza.
-LETTURA- (...) Non siamo pienamente consapevoli della nostra
pelle, non siamo pienamente consapevoli di ciò che il nostro occhio
vede, non siamo pienamente consapevoli del gusto degli alimenti,
del gusto delle labbra, dell'universo dei suoni. Abbiamo una
coscienza assai limitata. Se chiudiamo gli occhi e ascoltiamo
veramente... Nel momento in cui ci lasciamo trasportare dai suoni la
coscienza si apre all'infinito. Se sottoponiamo i cinque sensi ad una
disamina, perdiamo la nostra ricchezza. Tutto si perde nella fretta.
Da quanto tempo non abbiamo mangiato un frutto con piacere? Da
quanto tempo non abbiamo baciato da perdere il respiro e sentire
un'intensa circolazione di energia all'interno di tutto il corpo? Da
quanto tempo non abbiamo intuito la gioia o l'angoscia di un essere
dal suo odore? Da quanto tempo il nostro sguardo non si è perso
dietro le ali meravigliose di una farfalla? Dietro le nubi, dietro le
stelle, sulla corteccia di un albero? Nello sguardo di un altro essere?
Da quanto tempo non abbiamo più capito ciò che un altro essere
umano ci diceva non con le sue parole ma per l'inflessione della sua
voce, la sua sonorità?
SENZA UNA CONNESSIONE PROFONDA CON DELLE COSE,
IL CUORE NON SI APRE.
TUTTO CIÒ CHE ESCLUDIAMO PER PRINCIPIO DALLA
NOSTRA ESPERIENZA, PER CREDENZA, PER PAURA, PER
IDEALI, PER IGNORANZA, O PER MANCANZA DI
ATTENZIONE ALIMENTA IL NOSTRO SISTEMA
PROTETTIVO E SI TRASFORMA LENTAMENTE IN
PRIGIONE. (...)
Noi non sappiamo dove si vanno a fissare le esperienze, o le non
esperienze, che facciamo. Non sappiamo come e dove vengono
registrate all'interno del nostro sistema. E a che cosa danno vita, o
che cosa impediscono a noi di vivere.
-ESPERIENZA/PRATICA-
LETTURA... Abbandonare la nostra filosofia riguardo l’esistenza, le
nostre credenze, i nostri concetti. Anche il concetto del vuoto. E il
concetto dell'assoluto: sono un freno all'essere. È relativamente
facile abbandonare i concetti mondani più difficile abbandonare i
concetti filosofici e religiosi. Ci si proclama pienamente credenti,
buddisti, cristiani, musulmani eccetera. Il divino non può essere
colto in questa maniera.
I sensi sono delle porte indirizzabili all'esterno o all'interno. Che
cosa intendiamo con il termine "porta"? Intendiamo una possibilità,
un accesso, una condizione. Quindi quella condizione è ciò che ci
permette di passare da uno stadio ad un altro stadio, ovvero da una
parte all'altra del nostro essere. Per fare ciò non ci si può attenere
alle modalità con le quali di solito utilizziamo i sensi.
A livello simbolico e non solo le membrane sono filtri e allo stesso
tempo delle condizioni che permettono alle cose di stare insieme.
Questo stare insieme delle parti, questo non esondare delle parti, è
ciò che ci fa radicare nell'appartenenza. È ciò che crea il "senso di
me". Valicare le membrane, attraversarle, come ad esempio nella
rottura delle acque, ci comunica un senso di paura. Il passaggio da
uno stato ad un altro viene vissuto come attraversamento
pericoloso.
A livello mentale questa stessa esperienza del varcare i confini è ciò
che noi percepiamo come stare in una condizione di sanità piuttosto
che sforare verso una condizione di follia. Stare all'interno di uno
spazio dato piuttosto che rompere gli schemi sociali avendo
comportamenti socialmente non accettabili, può conferire un
apparente senso di appartenenza e identitá.
Il linguaggio diventa un limite quando chiama in essere i caratteri
distintivi dell'identità.
Ogni parte del corpo è una rappresentazione dell'aspetto divino. Non
esistono parti del corpo nobili e parti del corpo non nobili. Anche
l'ano è una parte nobile.
Per cambiare di stato occorre dapprima compiere un processo di
espansione seguito da un processo di focalizzazione in un solo punto
del corpo, arrivando a sperimentare l'uno indistinto in quella
particolare parte del corpo in questione. Un limite che dovremmo
cercare di superare è proprio quello di separare il corpo in parti
nobili e parti presunte come non nobili.
Espandere e poi concentrare il processo che dovremmo mettere in
opera ogni volta che vogliamo cambiare stato, togliendo le
interferenze della mente.
Bisogna riuscire a non creare interferenze quando stiamo facendo
un'esperienza specifica. Tutto ciò trasportato nell'ambito del nostro
argomento di oggi, ovvero nell'ambito dell'energia sessuale, che cosa
significa?
Sforamento. Ovvero trasferire. Trasformare un'esperienza sessuale
tramite pensiero, emozione, in una aspettativa o in una
rappresentazione o in un modello morale. Quindi attribuire a quel
piano significati e valori che non sono di quel piano. Questo è lo
sforamento.
Esperienza sessuale intesa come momento atto semplicemente a
creare piacere. Molti non riescono a vivere il rapporto sessuale
all'interno del puro ambito del piacere. Devono anzi rappresentarselo
con un'aura diversa. (Per le donne: "è l'uomo della mia vita, è il
principe azzurro, potrebbe essere il padre dei miei figli, ho sentito
qualcosa di speciale, ha una mente straordinaria"). Da un
particolare si astrae e si crea una rappresentazione, nel giro di mezza
trombata. In questo modo si creano delle interferenze che non
consentono di vedere le cose per quello che sono. Non si
percepiscono quali sono i contenuti reali del contratto che si sta
effettuando. Esiste un motivo per cui tutto ciò accade. Qual è? Per
quanto riguarda l'apparato femminile, la penetrazione sia essa
vaginale o anale, avviene molto vicina alla colonna vertebrale.
Quindi ciò che la donna sperimenta a livello di utero viene
istantaneamente trasferito verso l'alto; ed è molto facile che la donna
lo trasferisca e lo interpreti su altri piani. Cosa che per uomo non
accade. Se non siamo capaci di cogliere tali dinamiche e le
riportiamo sempre a livello di nostra esperienza unica e personale,
scollegata dall'aspetto simbolico, noi donne vediamo sempre il
principe azzurro, noi uomini vediamo sempre una nuova caverna da
possedere.
Esiste quindi la questione della direzione obbligata e della totalità.
L'uomo ha una direzione obbligata, la donna vive la totalitá, o
tendenzialmente tende a riportare un'esperienza limitata a
un'esperienza totale. Invece l'uomo, attraverso la propria direzione
obbligata, subisce una specie di estraneazione, come se l'esperienza
che fa il membro non fosse una esperienza che lo riguarda
complessivamente: perché per l'uomo l'atto sessuale è una esperienza
in uscita, che non porta verso il proprio interno; allo stesso modo
non riesce a sentire come proprie maternitá e paternitá. Non è
un'esperienza condotta dall'interno.
Direzione obbligata maschile e totalità femminile: come uscire da
questi limiti. Occorre trovare una mediazione e una integrazione. Il
maschile deve uscire dalla direzione obbligata che è quella del suo
membro, la donna deve uscire dalla visione totalitaria e totalizzante
che è quella del proprio utero che porta dentro e ingloba tutto. Come
si fa a fare questo? Da una parte c'è una situazione di espansione
necessaria, ovvero l'uomo deve espandere la propria esperienza.
Dall'altra parte c'è la donna che deve limitare, concentrare,
l'esperienza sessuale, ovvero rimanere nell'ambito dei "quindici
centimetri" di organo genitale del partner.
La dinamica sessuale dell'uomo è in uscita, quindi l'uomo durante la
pratica sessuale, tende alla dispersione energetica. La donna può fare
l'esperienza della trasformazione, l'uomo no. La condizione di
espulsione del seme maschile rende più difficile il raggiungimento
della trascendenza; é possibile in una condizione di non
eiaculazione, cioè in una condizione di trattenimento del seme. Nelle
pratiche ascetiche ci si astiene dall'atto sessuale per non disperdere
energia, per uscire dalla condizione "in uscita" che impedisce
l'utilizzo dei sensi in modalitá di integrazione e di totalitá.
Il pene indica la direzione. Se non si rimane focalizzati l'energia
sessuale può andare a vantaggio delle interferenze. Se da un punto di
vista psicologico non ho risolto il rapporto con il potere, subendo ad
esempio senso di sopraffazione, tenderò a portare sul sul piano
sessuale tale idea di sopraffazione. Quindi tenderò a sottomettere,
sodomizzare, maltrattare, incatenare, costringere la persona con la
quale mi relaziono sessualmente. Vivrò il rapporto sessuale solo
come possibilità di compensare il senso di frustrazione che ho sul
piano mentale. Allo stesso modo se ho subito sofferenza e non la ho
elaborata, tenderò a procurare sofferenza; quanto più dolore,
attraverso l'atto sessuale, riuscirò a procurare all'altro, tanto più io mi
riterrò soddisfatto. Questa è una deviazione dal principio sano di
dare e ricevere piacere.
L'atto sessuale, a livello fisico, si focalizza nella zona più contigua
alle parti terminali dell'intestino, ovvero nella zona dove risiedono le
nostre paure più profonde e le energie più animalesche.
Specialmente queste ultime potrebbero essere attivate nel corso di
giochi sessuali. In generale, se durante gli atti sessuali non facciamo
azione di attribuzione di significato, possiamo identificare
quell'esperienza come una nostra necessitá che ci porta a voler
perseguire e reiterare quella condizione. Prendere un'esperienza,
prendere una sensazione e trasferirla, farla diventare desiderio e
coazione a ripetere, fa sì che quella condizione, che magari era una
condizione di passaggio, si trasformi in un obiettivo da raggiungere a
tutti i costi. A questo proposito è stato citato l'esempio di un uomo
che durante una visione di atti di coprofilia ha provato sensazioni
tanto forti che, in assenza di attribuzione di significato, lo ha indotto
a cercare di ripetere quello stesso atto ai danni delle proprie
successive partner.
FINE